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La gestione dei rifiuti nell'industria della moda: prospettive legali e soluzioni sostenibili

9 gennaio 2025 | Legge applicabile: Italia, Unione Europea | 6 MINUTI DI LETTURA

Tipologie di Rifiuti e Sottoprodotti della Moda

L’industria della moda genera una vasta gamma di rifiuti, provenienti sia dalla fase di produzione che dalla fase di consumo. Questi rifiuti possono essere distinti in diverse categorie:

Rifiuti di produzione

I rifiuti prodotti durante la fase manifatturiera dell’abbigliamento sono molteplici e includono:

  • Scarti di tessuti: Durante la produzione di abiti, una significativa parte dei tessuti viene scartata. In alcuni casi, come nella produzione di abiti sartoriali o abbigliamento ad alta moda, gli scarti possono essere considerevoli. Si stima che in media circa il 15-20% del materiale tessile venga scartato durante la produzione.
  • Rifiuti chimici: L'industria della moda utilizza una serie di processi chimici (ad esempio, per la tintura, il trattamento delle fibre e la finitura dei tessuti), che generano rifiuti pericolosi come soluzioni chimiche, vernici, solventi e altre sostanze tossiche. Questi rifiuti possono contaminare l'ambiente se non trattati correttamente.
  • Rifiuti di fibre: Fibra sintetica (come il poliestere, nylon, acrilico) e fibra naturale (come il cotone, la lana) vengono spesso scartate in quantità enormi durante il processo di produzione. Le fibre sintetiche sono particolarmente problematiche, poiché non sono biodegradabili e sono difficili da riciclare.

Rifiuti derivanti dall'uso del prodotto

Una volta che gli abiti raggiungono i consumatori, anche qui i rifiuti abbondano:

  • Rifiuti di abbigliamento dismesso: I consumatori spesso scartano i capi non più utilizzati, creando una crescente massa di abbigliamento usato che finisce in discarica o in inceneritori. Si stima che ogni anno vengano gettati 92 milioni di tonnellate di abbigliamento in tutto il mondo, con solo una piccola parte di esso riciclata o riutilizzata.
  • Abbigliamento danneggiato: Spesso i vestiti che si rovinano (ad esempio per usura, strappi, macchie) vengono abbandonati, senza che venga effettuata alcuna operazione di recupero.

Sottoprodotti e rifiuti specifici 

  • Pelle e materiali tessili derivati da animali: L’industria della moda utilizza pelle, seta e altri materiali derivati da animali. Questi sottoprodotti, se non trattati in modo adeguato, possono diventare rifiuti tossici, in particolare nel caso della pelle trattata con cromo (un metallo pesante), che può contaminare le risorse idriche, se non smaltito correttamente.
  • Microplastiche da tessuti sintetici: I tessuti sintetici, quando lavati, rilasciano piccole fibre di plastica nell’acqua, che poi finiscono negli oceani. Sebbene non siano rifiuti solidi nel senso tradizionale, queste microplastiche sono un grave problema ecologico che deriva direttamente dalla moda fast fashion.

Le problematiche dello smaltimento

Lo smaltimento dei rifiuti e sottoprodotti del settore moda è problematico per diversi motivi, che vanno dalla scarsa infrastruttura di riciclo alle difficoltà tecniche nel trattare determinati materiali.

Difficoltà nel riciclo dei materiali

Molti dei materiali utilizzati nell'industria della moda, soprattutto i sintetici come il poliestere, non sono facilmente riciclabili. Alcuni tessuti miscelati (ad esempio, poliestere e cotone) sono particolarmente difficili da separare e riciclare. Il riciclo chimico, che potrebbe rappresentare una soluzione, è ancora poco sviluppato e costoso.

Contaminazione e rifiuti pericolosi

I rifiuti chimici derivanti dal trattamento dei tessuti possono includere coloranti tossici, pesticidi (come nel caso del cotone) e metalli pesanti (come il cromo nel trattamento delle pelli). Se non trattati correttamente, questi rifiuti possono contaminare suolo e acqua, con effetti devastanti sugli ecosistemi locali. La gestione di questi rifiuti è quindi estremamente complessa e richiede tecniche avanzate di smaltimento.

La discarica come 'destinazione finale'

Una gran parte degli abiti dismessi o inutilizzati finisce in discarica. Secondo alcune stime, solo il 20% degli abiti scartati viene effettivamente riciclato, mentre il resto finisce incenerito o in discarica. Questo contribuisce all’intasamento delle discariche, emettendo gas serra e rilasciando sostanze chimiche dannose nel suolo e nelle falde acquifere.

Greenwashing

Alcune società adottano misure superficiali di sostenibilità per attrarre consumatori ecologicamente consapevoli, senza un impegno reale verso la riduzione dei rifiuti e delle emissioni, creando confusione e disincentivando il cambiamento reale nel settore.

Obsolescenza programmata e fast fashion

Il modello 'fast fashion', che promuove la produzione massiva di capi a basso costo e dalla durata limitata, è uno dei principali fattori che spingono il mercato verso un continuo accumulo di rifiuti. Gli abiti prodotti con questo modello sono spesso di bassa qualità, progettati per durare poco e diventare rapidamente obsoleti, contribuendo così ad aumentare la massa di rifiuti tessili.

Le sfide e le opportunità nella gestione dei rifiuti tessili

L'industria della moda deve affrontare sfide significative nella gestione dei rifiuti e dei sottoprodotti, ma ci sono diverse soluzioni che potrebbero contribuire a ridurre l’impatto ambientale e a migliorare lo smaltimento:

Normativa e regolamentazione

A livello europeo, la Direttiva 2008/98/CE sui rifiuti stabilisce la gerarchia dei rifiuti (prevenzione, riciclo, recupero, smaltimento) e obbliga gli Stati membri ad attuare politiche di riciclo e riutilizzo. Tuttavia, la normativa non sempre affronta in modo specifico i rifiuti tessili. Sono in corso iniziative per aggiornare la legislazione europea, con proposte come la Circular Economy Action Plan della Commissione Europea , che include misure per migliorare il riciclo tessile e ridurre i rifiuti.

In Italia, il Decreto Legislativo 116/2020 impone l’obbligo di separare i rifiuti tessili e di incentivare il riciclo, ma manca una rete adeguata di impianti di riciclo specifici per i materiali tessili, e il sistema di raccolta è ancora poco sviluppato in molte regioni.

Moda circolare e riutilizzo

Una delle soluzioni più promettenti è il modello della moda circolare, che cerca di estendere il ciclo di vita dei capi, incentivando il riuso, il riciclo e la riparazione. Alcune importanti società del settore della moda stanno già adottando pratiche di raccolta di abiti usati per il riciclo. Alcuni marchi promuovono anche l’upcycling, ossia la trasformazione di vecchi capi in nuovi prodotti di valore.

Tecnologie innovative per il riciclo tessile 

Il riciclo chimico e meccanico stanno facendo progressi. Diverse società, come ad esempio Worn Again Technologies Ltd, stanno sviluppando tecnologie che permettono di trasformare i tessuti usati in nuovi filati, riducendo così la necessità di utilizzare nuove risorse.

Incentivi fiscali e politiche di responsabilità estesa del produttore

Alcuni paesi stanno introducendo politiche di responsabilità estesa del produttore (EPR), che obbligano i produttori a raccogliere e riciclare i prodotti una volta giunti alla fine del loro ciclo di vita. Questi schemi, se ben implementati, possono incentivare i brand a progettare capi più facilmente riciclabili e a investire in infrastrutture per la gestione dei rifiuti.

Conclusioni e prospettive future

La gestione dei rifiuti derivanti dall'industria della moda è una questione complessa che richiede un impegno coordinato tra legislatori, industria e consumatori. Sebbene esistano norme in grado di indirizzare il settore verso una maggiore sostenibilità, è necessario un cambiamento radicale nella progettazione, produzione e consumo dei prodotti moda. Le soluzioni devono essere integrate in una visione più ampia di economia circolare, che incoraggi il riciclo, la riduzione dei rifiuti e la responsabilità sociale delle società.

Gli sviluppi futuri potrebbero includere l'introduzione di obblighi più stringenti per la gestione dei rifiuti tessili, incentivi per l'adozione di tecnologie sostenibili e una maggiore collaborazione internazionale per garantire una regolamentazione uniforme e più efficace.

In un contesto normativo in costante evoluzione, con numerose criticità interpretative e sanzioni talora rilevanti, il consulto con legali specializzati nel settore risulta sempre più determinante per la corretta gestione dei rifiuti speciali della moda.

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